Alessandro Wm Mavilio

UFO
Note al Fenomeno
UFO e Gravità vanno a braccetto. Di entrambi ne percepiamo la presenza, ma non sappiamo cosa sono veramente.

Colophon
Alessandro Wm Mavilio
UFO
Note al Fenomeno

2020-UFONAF-IT
Microbooks
Questo libro è come una sorta di moderno menabò online.

L'autore si riserva il diritto di aggiungere, modificare o cancellare parti del testo prima del completamento del lavoro.

Tuttavia, il contenuto di questa pubblicazione viene reso disponibile al pubblico in anticipo per fornire un'esperienza di lettura prioritaria e anticipata. I lettori vengono avvisati di possibili incongruenze, errori o omissioni.

Questo libro può essere letto sullo schermo del Web (desktop, tablet, smartphone), stampato su carta A4 o A5 e salvato o condiviso come PDF.



Crediti Copertina: Danie Franco

BINDER © 2020 - 2025
Semantix.media Corp.
Sapporo, Japan
Indice
Epigramma
Non
"cosa sono"
bensì
"cosa stanno facendo".
Introduzione
Introduzione
Se da decenni - e forse secoli - non sappiamo cosa possano essere, appare chiaro invece cosa il fenomeno UFO stia causando alla nostra società nel XXI secolo: un incredibile e contro-intuitivo sfaldamento dell’autorità della scienza sul pensiero umano corrente.

Dopo poco più di settant’anni dai primi casi modernamente narrati - dal caso Roswell (1947) e simili in poi - abbiamo assistito negli ultimi mesi a un repentino e inaspettato cambio di nomenclatura e all’ingresso ufficiale in campo di quelle autorità che per decenni avevano sempre preferito restare ai bordi della discussione.

Ciò che i primi avvistatori statunitensi avevano definito “piatti volanti” (e che noi italiani abbiamo successivamente smussato in “dischi volanti”) fu presto condensato nel più portatile acronimo di “U.F.O.” (Oggetti Volanti Non Identificati), un acronimo posato, realistico, professionale, distante, che però, nei successivi decenni, ha in un certo senso progressivamente inquinato la discussione del tema a mano a mano che l’argomento veniva ceduto a frange popolari in un certo senso… eccentriche e da esse anche involontariamente ridicolizzato.

Da qualche tempo in questo 2021, e da quando i vertici governativi americani hanno rimesso in gioco l’argomento, debordando come mai si era potuto vedere nei decenni precedenti anche sui mass-media (oggi: Main Stream Media) la dicitura ufficiale è cambiata in “U.A.P.”, in italiano: “Fenomeni Aerei Non Identificati”.

Questo rientro in campo dell’argomento “UFO” sulla scena mondiale pone quanto meno necessarie un paio di precise osservazioni di carattere semantico, partendo proprio dal cambio di nomenclatura.
Alessandro Wm Mavilio
- UFO -
UFO vs UAP
Nel recente cambio di dicitura e narrativa, indubbiamente calata dall’alto, gli “oggetti volanti e non identificati”, per decenni avvistati, discussi e così nominati proprio in virtù della loro percepita fisicità sono diventati “fenomeni aerei”.

Un "fenomeno" è però qualcosa di molto più blando e ancora più lontano dalla possibilità che si tratti di un oggetto reale, pesante, toccabile, palpabile, direttamente sperimentabile.

Un termine anche ambiguo in questo nuovo acronimo è senza dubbio “aereo”, perché da un lato inchioda nell’alto e nella vastità dei cieli la fenomenologia, ma dall’altro sembra suggerirne una rinforzata irrealtà ed evanescenza: l’aria è l’elemento fisico invisibile e intoccabile per eccellenza.

Dire che qualcosa è “aereo” equivale a porlo in un ambito linguistico pressoché etereo e virtuale, specialmente se a questa evanescenza si aggiunge "l’impossibile identificazione".

A mio avviso, se pur il succo dei discorsi storici non cambi, non posso fare a meno di notare che per un motivo o un altro, l’etichetta "UAP" (diversa da “UFO”) che da oggi in poi si dovrà usare per riferirsi a questo fenomeno appare appunto più scolorita, più vaga.

In caso di avvistamento, la differenza tra dire di aver osservato un “oggetto volante” e dover dire di aver osservato un “fenomeno aereo” avrà il suo peso - nell’economia semantica a valle della intera e corpulenta questione.

Volendo pensar male, si è subito assaliti dal dubbio che tale cambio di nomenclatura sia stato ben studiato, per fare in modo che le autorità preposte e i mass-media possano nuovamente trattare l’argomento senza toccare nervi scoperti da tanti decenni, senza ammiccare troppo alla comunità settaria dei ferventi-credenti del fenomeno UFO, e senza dunque causare inutili isterie riferendosi alle carte dell’ufologia ipertrofica e popolare di più bassa lega, se così si vuol catalogarla.


Una seconda osservazione è invece più ben pensante e allineata.

Giacché non è accettabile pensare che i vertici militari americani (per quanto ne sappiamo, gli unici che da decenni hanno a che fare pubblicamente e globalmente con questa patata bollente) abbiano davvero negato per settant’anni un tale, sensibilissimo argomento (anche di sicurezza nazionale);

o non gli abbiano dato tutta l’attenzione intelligente che la questione merita;

o che siano davvero all’oscuro di molto, se non tutto, come sembrano sempre insinuare;

ecco che il declassamento / scolorimento dell’acronimo ufficiale può invece significare un effettivo passo in avanti - forse indietro nella semantica - ma in avanti nella trattazione del tema.

Ecco che annacquare l’etichetta “UFO” potrebbe essere un maturo riconoscere che si sta avendo a che fare - probabilmente da molto più tempo di quanto non si voglia ammettere - con un fenomeno certamente e parzialmente “aereo” (perché viene statisticamente maggiormente osservato nei cieli) e ancora parzialmente “aereo” (inteso come volatile, imprendibile, sfarfallante) perché sembra catalizzare l’attenzione degli umani verso un dominio superiore, inesplorato e mai sperimentato della realtà.

Del resto, se gli abissi oceanici - misteriosi e poco esplorati - sono incommensurabili ma pur finiti, è il cosmo infinito che può sostenere al meglio la promessa di una totale rivoluzione di civiltà.

A patto che si inserisca nei ragionamenti investigativi anche l'etereo, il metafisico, il farmacologico...


Occorre però notare e ammettere che il cambio di nomenclatura da UFO a UAP, complice il sistema globale e unificato di informazione pubblica che è il Web, rischia invece di scalzare decenni di letteratura investigativa e scientifica - pur di buon livello - nelle cantine della conoscenza.

Già oggi molti titoli di articoli e risorse che trattano di UFO non usano più tale sigla, gli utenti si stanno abituando a effettuare le loro ricerca con la stringa "UAP" e dunque il fenomeno si sta "bibliograficamente" separando in due cellule contenutistiche differenti, una ormai classica, superata, inabbordabile e l'altra più di moderna, giovane, di tendenza.


Purtroppo, la mia personale opinione sul cambio di nomenclatura da UFO a UAP non può restare nei termini appena tratteggiati.

Dietro a questo cambio di nomenclatura vi sono alcuni personaggi pubblici (Luis Elizondo, Tom DeLonge, Jeremy Corbell, Chris Mellon, probabilmente lo stesso Steven Greer) che stanno chiaramente spingendo un determinato programma di propaganda e rieducazione al fenomeno, in evidente accordo e continuità con i dipartimenti di intelligence americana.

Vi è un evidente interesse strategico nazionale dietro l'operazione UAP (nel cui acronimo si può leggere facilmente "American Propaganda") perché i citati fautori di questo continuo ammiccamento al pubblico coniugano e diffondono opinioni e teorie sugli UFO che sono esclusivamente "tecnologiche", instillando nei discorsi la doppia possibilità di "possibile minaccia aliena" e di "minaccia da parte di altre super-potenze alla ribalta", quali Russia o Cina.

Per coloro che portano avanti questa operazione di re-branding, sembra che il fenomeno UFO possa esclusivamente essere un fenomeno fisico - seppur avanzato - con implicazioni di sicurezza nazionale.

Nessuna traccia degli altri numerosi argomenti pur scientificamente collegabili al fenomeno UFO...

Chi invece indaga il fenomeno senza apporre interessi aggiuntivi e corporativi, sa benissimo che il fenomeno UFO tocca e fa scintille con fenomeni antichi di millenni, presenti da sempre in ogni cultura e resoconto terrestre e che spaziano tra il fisico, metafisico, religioso, spirituale, farmacologico, ecc.

Il pubblico che da anni sperava e credeva nella "Disclosure", cioè nell'ammissione autorevole da parte di un governo, viene invece costantemente lasciato a bocca asciutta ma con il chiaro suggerimento / promessa che il governo statunitense si sta finalmente occupando della questione - dopo decenni di derisioni, coperture.

Ciò dovrebbe provocare molto più panico di una vera invasione aliena.

Il motivo per cui gli Stati Uniti si stanno occupando della questione è - per loro stessa pubblica ammissione - per imporre il predominio americano sulle tecnologie avanzate in cantiere, sia a livello globale che pan-mediatico (aria, terra, acqua e vuoto cosmico).

Qualunque cosa vi sia in cantiere, non si può non pensare all'agio che l'argomento UFO/UAP concede ai suoi sfruttatori: una vera e propria tendina semantica di comodo, uno spesso sipario per nascondere trucchi, personale e proiettori. Il pubblico vedrà sempre e solo uno spettacolo confezionato.

Dunque, anche in questo caso, quando non si può sapere chi sia a muovere i fili, è sufficiente vedere cosa si muove e quali luci e ombre vengono proiettate.

Personalmente, mi sembra ovvio di stare assistendo a un'operazione sapiente e paziente a causa della quale, tra pochi anni, gli appassionati al tema UFO troveranno trasformato il loro candido e genuino interesse al fenomeno in un sostegno nazionalista alle esigenze belliche dei governi ombra americani.
Alessandro Wm Mavilio
- UFO -
L'incredibile storia di Alvaro Bufi
Miriam Espacio | Alieni in auto
Posso cominciare a raccontare la mia storia? - Certo, come preferisce. Ma non si dia fretta. Abbiamo tutto il tempo.

- Grazie, lo apprezzo molto. Dunque... Come tutte le estati ero con i miei amici qui, nel deserto del Sonora. Lo conosceva prima che venisse alla ribalta?

- Ne avevo solo sentito parlare, non ci ero mai stato.

- Beh, lo ha visto, non è un posto per tutti... Bisogna nascerci per rimanerci a vivere. E poi non è certo un luogo raccomandabile. Specialmente di notte.

- In effetti, ha qualcosa di sinistro, direi... Ma, continui pure.

- Ah sì. Come ogni estate, noi nativi del posto ci attardiamo, restiamo svegli spesso fino al mattino, per profittare del fresco della notte. Sa, durante il giorno non è proprio consigliabile dedicarsi ad alcuna attività. Allora si attende la notte per mangiucchiare qualcosa in compagnia o anche... Lo posso dire? Per darsi al sesso. Sì, trovare una femmina compiacente! L'estate favorisce l'inizio di nuove relazioni e per qualcuno più giovane, favorisce anche la creazione di una famiglia. Le notti estive sono una finestra d'opportunità...

- Alvaro, cosa è successo quella notte?

- Ecco, qui dovrò esprimermi come meglio posso ma è probabile che il mio racconto passi per la fantasia di un pazzo, non so...

- Si rilassi. Sono qui proprio per ascoltare il suo racconto e portarlo all'attenzione dei giusti.

- Beh, eravamo tutti accovacciati al suolo, nella totale oscurità, quando all'improvviso siamo stati investiti da alcuni fasci potentissimi di luce giallastra. Tutti sono scappati a raggiera, in preda al loro migliore istinto, io solo mi sono ritrovato come... paralizzato. Questi fasci di luce mi hanno accecato, accerchiato. Si era alzato un polverone e la terra ha tremato come fosse colpita da un terremoto.

- Dev'essere stata un'esperienza terribile.

- Questo è nulla a confronto con ciò che mi è capitato dopo... Una forza inconcepibile mi ha privato del mio peso, mi ha sollevato da terra a una velocità tale da annebbiarmi, da farmi quasi perdere coscienza.

- Ha perso conoscenza?

- Magari fosse successo. Ora certamente non ricorderei nulla di questa storia e per certi versi sarebbe molto meglio. Ma sa, non sono stato sollevato di molto, tuttavia l'accelerazione con la quale sono stato sollevato è stata inconcepibile per il mio corpo. Ricordo che la paura mi ha fatto... Beh, non so se posso scendere in particolari scabrosi, ma diciamo che ho fatto un bel bagno di sudore nervoso!

- Capisco. Ma non si senta in imbarazzo. Continui...

- Qualcosa mi teneva stretto, era per me impossibile divincolarmi. Mi dimenavo come un ossesso, ma sa, ero a mezz'aria e pur scalciando non potevo andare da nessuna parte. Poi nell'oscurità ho visto una specie di oggetto che era insieme opaco e trasparente, oscuro e luminoso, certamente minaccioso. A mano a mano che prendevo coscienza della situazione altri dettagli venivano a fuoco.

Il racconto si interrompe. Alvaro si prende un lungo momento di pausa, probabilmente per evitare di piangere. Gli do tutto il tempo che serve. Poi riprende a raccontare.

- Ho capito che ero nelle mani di un essere assurdamente enorme. E con lui ce n'erano altri tre nelle immediate vicinanze, ma io ero nelle mani del loro capo, se così posso dire. Gli altri mi sembravano come eccitati, lui invece era calmo, sicuro di sé, agiva con precisione, come se avesse compiuto questa stessa azione innumerevoli volte.

Alvaro ha ancora un momento di smarrimento. In realtà io conosco bene la storia, ne ho sentite a dozzine di simili, ma ascoltare la sua mi è molto utile e certamente raccontarla a me, per quanto doloroso, farà bene anche a lui. Gli chiedo se se la sente di continuare. Mi risponde di sì.

- Vede, è accaduto tutto molto velocemente. Sono stato sbattuto contro una superfice gelida, come fosse una lastra di acqua ghiacciata, e tutte le mie ghiandole esterne sono state schiacciate senza pietà. Dal mio corpo è zampillato fuori tutto il mio migliore umore verde, che si è come trasferito sulla superfice di questo... macchinario. Sono certo che sa cosa intendo.

- Beh, io non ho ghiandole esterne.

- Eppure a vederla, avrei giurato...

- No, sono di una specie diversa. Alvaro, ha provato dolore?

- No... Dolore fisico, non direi... Ma sono stato svuotato di me, completamente, tra le risate di questi esseri. Con gli occhi sgranati vedevo tutta la mia essenza di una vita, lì, fuori dal mio corpo, e non potevo capacitarmi di come una tale aberrazione potesse avere un qualche forte senso per questi esseri.

- Capisco... Ha mai pensato di aver preferito morire?

- Al momento sì, te lo auguri con tutte le forze. Oggi, no. Sono il sopravvissuto a qualcosa di fuori dal mondo... Nel deserto del Sonora sono diventato un caso: alcuni mi guardano con sospetto, altri mi rispettano più di prima. Altri non sanno nulla di me e ciò mi rende fiero e testardo della mia nuova missione: far sapere a tutti i rospi della mia specie che sì, è vero che si può improvvisamente esser rapiti nella notte, derubati del proprio umore vitale ed essere riportati a terra.

- Sì. Questo è il motivo che spinge me a indagare questi casi.

- Lo scriva. Lo scriva come dico io. Per qualche motivo la nostra specie è sotto le attenzioni di una specie superiore che si palesa e ci colpisce in modalità random. Forse noi rospi abbiamo qualcosa che loro non hanno, forse è qualcosa nel nostro umore che serve disperatamente a questa razza aliena.

- Si è fatto un'idea di cosa possa essere?

- Qualcuno pensa che questi alieni siano alla ricerca di 5-metossi-N, N-dimetiltriptamina, bufotenina, S-metossi-Nmetiltriptamina, serotonina e 5-idrossi-Nmetiltriptamina. Ma le pare possibile? Se sono così avanzati come possono mancare di sostanze così... mondane?

- E' un bell'arzigogolo... Occorre approfondire ma la comunità rospo-scientifica insiste nelle sue inaccettabili riserve anacronistiche e si rifiuta perfino di toccare l'argomento. Mi dica, ha un messaggio preciso per chi leggerà questo rospost su Toads.today?


- Sì! Se qualcuno vi racconta di essere stato rapito, munto e rilasciato, e tutto nel giro di pochi interminabili secondi, non è la bugia di un rospo che cerca notorietà. Queste cosa capitano davvero.
Alessandro Wm Mavilio
- UFO -
Appunti in scrittura
Gli UFO sono un fenomeno crescente che per decenni e in mancanza di migliori opzioni è stato prima descritto in molte scritture mitiche e sacre e poi è stato rapito dalla parrocchia opposta, ostinatamente osservato attraverso le lenti iper-scettiche della fisica scientista ma che invece, molto più probabilmente, resta appannaggio di un dominio terzo, di un dominio principalmente filosofico, linguistico e psicologico, che senza dubbio deborda in religione, spiritualità e scienza ma non appartiene a nessuno di questi ultimi.

L’origine della civiltà Terrestre
Risalendo a ritroso nel tempo, sino agli albori della corrente civiltà terrestre, penso di non sbagliare affermando che, incredibilmente, la nostra civiltà, il nostro pensiero e il nostro “essere umani”, abitati da scintille di spirito, di anima, di memoria, di intelligenza calcolatrice, di intuizione anticipatrice degli eventi e di imbattibile planetaria capacità creativa e immaginifica, beh, tutto ciò che ci rende umani si fonda su due basi comunemente date per sode ma dal primo momento, fino all’ultimo, assolutamente traballanti, virtuali, in perenne evoluzione: mi riferisco ai codici linguistici e a quelli matematici. Questi codici sottintendono sempre a una dimensione pre-codice di disumana, impraticabile incompletezza.

A ben pensare, ogni cosa che ha reso ciò che è il nostro mondo contemporaneo si poggia su discorsi precedenti (spesso scritti ma molto più spesso solo fonati) e più volte tramandati, tradotti e traditi, e sull’illusione di una scienza perfezionista e integralista rappresentata dal suo esercito di numeri esatti: ma esatta non è la canonizzazione di alcun dato fondante ciò che noi crediamo essere la “realtà”.

Non è esatto (né forse reale o sensato per noi umani) “il dato massimo” della velocità della luce, non è esatto e tantomeno universale il dato che fonda il nostro senso condiviso del tempo, non è esatta (e anzi tende frattalmente all’infinito) qualunque dato col quale cerchiamo di misurare (e utilitaristicamente comunicare) le dimensioni dello spazio tridimensionale che abitiamo, anche quello più mondano.

In sostanza, il miracolo dell’impresa umana, corrente, sul pianeta Terra si basa sull’illusione di una realtà fisica, reale, misurabile, comunicabile, e condivisibile.

Così non è, se vi pare. Viviamo in una realtà resa virtuale innanzitutto dal linguaggio, approssimativa e utile esclusivamente nel quotidiano.

Come un tale discorso possa riferirsi al discorso aperto sugli UFO è presto detto.

Dal mio punto di vista, basterebbe ammettere che per un bias intellettivo e culturale, noi umani viviamo ignorando costantemente il duplice problema di scala e di tempo.

Il vocabolario che tutti noi utilizziamo oggi e quotidianamente si fonda su un meccanismo sintattico cerebrale che distingue i termini in pochissime categorie:

1) termini che simboleggiano cibo,

2) termini che simboleggiano rifugio,

3) termini che simboleggiano il corpo e parti di esso e

4) termini che simboleggiano utensili.

Questa quarta categoria, come si può immaginare, è l’ultima acquisita in ordine di tempo ed è quella più ampia e vaga, perché si arricchisce costantemente di qualunque oggetto in cui vi si ritrovi diretta e straordinaria utilità.

Qualunque sia il discorso avanzatissimo che si voglia intavolare, sembra che il nostro cervello (il più complesso di cui vi sia traccia sulla Terra) possa solo agevolmente gestire questi quattro macro-concetti: cibo, rifugio, corpo, utensili; tutti “oggetti” fisici e di immediata utilità per la sopravvivenza, fatta forse eccezione per gli utensili che possono anche assumere una connotazione meno… campale e culturalmente connotata.

Ogni discorso su argomenti quali “distanza e tempo di percorrenza” è un discorso che noi tutti oggi affrontiamo anche agevolmente, senza problemi, solo grazie però alla feroce e felice approssimazione che la nostra cultura è stata in grado di imbastire nelle ultime poche migliaia di anni, e solo per risolvere necessità terrestri, immediate, necessità emerse dalla ripetuta ricognizione nel dominio del virtuale: ricordo, ipotesi, pianificazione, ecc.

È ovvio che il concetto di Tempo si sia aggiunto successivamente a quello più direttamente percepibile delle tre dimensioni fisiche direttamente percepibili con i sensi, grazie alla scoperta umana del linguaggio.

I temi di “distanza e tempo di percorrenza” non sono dunque “hard-coded” nelle funzioni più fondamentali e arcaiche del nostro cervello scimmiesco, e come sappiamo, almeno nello stato attuale delle nostre cose, questi temi non tornano di nessuna utilità quando proiettiamo il nostro sguardo nell’immensità del cosmo.

In quanto scimmie seppur evolute, i tempi e le distanze del cosmo non hanno innescato in noi ancora nessun realistico discorso di crescita di specie. Se ciò accadrà, o se ci sembra che stia già facendo, è solo perché la nostra specie si trova nel bel mezzo di un guado epigenetico, ma allo stato attuale abbiamo portato i nostri corpi solo fino alla Luna. Dunque, la condizione umana oggi è del tutto simile a quella di un computer con un hardware molto datato sul quale stia miracolosamente girando un software di rilascio molto recente.

Di fatto, nessuna conquista siderale particolarmente lontana è stata compiuta, se non attraverso l’uso di sonde e piccoli robot.

Allo stesso modo, vi è un meta-concetto perfino precedente a quelli di tempo e distanza che noi umani siamo costretti a ignorare ancor più tenacemente: la loro scala. Tutti i nostri dati più fondamentali sono incastonati in una scala per forza di cose originariamente e unicamente umana.

La canonizzazione del tempo (che si fonda sui ritmi ciclici e naturali del nostro pianeta) e la durata media della vita umana (lunga o breve, a questo punto è relativo), beh questa canonizzazione si ritorce come un limite intellettivo e applicativo di enorme ricaduta su tutto ciò che pensiamo o creiamo, questo bias di scala si ripercuote insistentemente a valle di ogni nostro processo in forma di una madornale valanga di errori intellettuali e culturali ogni volta che la scienza imperante, a nome dell’intera razza umana, intende fornire risposte di scala umana e standard su questioni non umane e per nulla standard.

L’intera epopea astronomico-scientifica avrebbe dovuto prendere una piega del tutto diversa sin dai suoi primi momenti. Pur ammettendo che ogni corporazione ha diritto a un suo gergo e un suo standard letterario, è evidente che il gergo dei numeri (soprattutto se astronomici) non è di nessuna utilità alla specie umana, appunto, in quanto specie.

Mi è stato utile sapere nella vita che occorrono 11 ore di volo tra Milano e Tokyo, ma dubito che tornerà mai utile ad alcuno sapere che si può raggiungere Proxima Centauri in 73.000 anni (a velocità umane) o in 4 anni, viaggiando alla impossibile velocità della luce.

Non deve stupire se la scienza imperante e gli scettici, innanzitutto, siano coloro che rigettino spesso a priori il discorso su UFO e Alieni. Tale discorso rischia di rompere irrimediabilmente la narrazione e la trama fin qui approssimata dello spazio-tempo, e con essa il traballante castello di carte linguistico, canonico, culturale di cui la scienza si serve per ottenere i suoi risultati elementari e più approssimativi.

Giova anche ricordare che, curiosamente, la scienza - e solo la scienza - può arrogarsi il diritto di ammettere di essersi sbagliata ma essa non apprezza essere criticata da voci fuori dal suo coro. A me sembra anche che la scienza sia del tutto persuasa e convinta del “vettore indagatore” che si è dato nei secoli e della incedibilità della sua missione, e così come ha già dimostrato di non gradire troppo né la presenza di Dio, né le incursioni che vengono dal campo religioso, io credo che allo stesso modo tema l’arrivo o solo il sospetto della presenza di una intelligenza aliena.

Spesso è stata ipotizzata una reazione delle popolazioni, dei governi, delle religioni all’arrivo degli alieni, ma non mi risulta che nessuno abbia mai fatto lo stesso esercizio di fantasia volgendo lo sguardo al conclave degli scienziati: cosa accadrebbe all’intero comparto intellettuale scientifico terrestre se domani arrivassero gli Alieni - buoni - con tutto il loro carico di conoscenza e doni tecnologici?

Sarebbe il giorno più imbarazzante per la scienza terrestre. La maggior parte di loro sarebbe detronata immediatamente, assisteremmo metaforicamente a una scena identica alla cacciata di un dittatore.

Gli UFO. Non sappiamo cosa siano ma siamo convinti (forse per un bias) che vengano dallo spazio cosmico profondo e che sono in grado di scavalcare i recinti spazio-temporali nei quali noi siamo invece rinchiusi. Ma la verità, affascinante e allarmante, è che non sappiamo davvero cosa siano e che probabilmente non saremo mai in grado di concepirne la realtà ultima, così come una farfalla può forse percepire la nostra presenza in giardino ma mai concepire i nostri mutui bancari, gli orari ferroviari e cose così.

Le uniche tracce che abbiamo degli UFO, seppur tante, che eccitano i discorsi su questo fenomeno sono solo rimandi storici o racconti - anche più recenti ma pur sempre aneddotici – e nei racconti rientrano anche quelli solo visivi come fotografie e filmati, oggi sempre di numero maggiore, sempre più definiti ma certamente anche più falsificabili.

Eppure qualcosa c’è, da sempre, in giro per i nostri cieli, narrato nelle scritture antiche e mistiche più autorevoli, raffigurato nelle opere d’arte d’ogni epoca, anticipato da sempre dalla fantascienza più libertina.

Probabilmente, come asseriva Jung, quei cieli diventano a tratti il panno bianco dove il nostro inconscio collettivo proietta e materializza miti dal futuro. E non ci si permetta di svilire un sogno, una proiezione, una materializzazione o un trucco solo perché virtuale e non permanente! Tutta la nostra civiltà è equiparabile a un sogno perché come abbiamo visto ne condivide le caratteristiche fondamentali.

Oppure esiste una razza aliena che vive il tempo, che si muove liberamente in esso senza subirlo ma che mentre percorre le sue tratte temporali (come noi percorriamo le nostre distanze quotidiane) le capita di squarciare i sipari di teatri di civiltà dove tutto invece è principalmente spazio.

Io non so questi oggetti cosa siano ma so negli ultimi anni cosa stanno ottenendo forse involontariamente: l’erosione dell’autorevolezza e della fiducia nella scienza sul Pianeta. Non della spiritualità, non delle religioni, non dei governi, ma solo della scienza.
Alessandro Wm Mavilio
- UFO -
Racconti o Visioni?
Il fenomeno UFO sembra perseguitato da una maledizione: quella di stentare a fornire, a scettici e credenti, prove decenti e risolute della sua realtà.

Dagli anni Quaranta del XX secolo, a oggi, nonostante il sensibile miglioramento delle tecniche di ripresa e la diffusione totale di apparecchi video-fotografici, sembra quasi che la risoluzione e la relativa credibilità di fotografie e filmati di UFO sia condannata a restare ferma al palo.

Effettivamente, questa è una questione davvero curiosa che facilmente presta il fianco a ipotesi cospirazioniste.

Che dietro a questo deficit vi sia un vero e proprio incantesimo, un inanellamento sfortunato di coincidenze o la volontà imbrattatrice di agenzie segrete e uffici governativi, fino ad oggi non è stato dato a nessuno di noi di osservare e analizzare fotografie o filmati risoluti soddisfacentemente.

Nonostante la massiccia presenza di prove fotografiche, l'argomento UFO soffre ancora di un'aura per certi versi fiabesca.

Perfino i più recenti filmati (2004?) provenienti dallo stesso Pentagono - che ha rilanciato l'argomento rinominandolo UAP - sono stati (e possono) essere interpretati come dei falsi. Ed è sempre probabile che lo siano, falsi, in seno a una strategia di ri-diffusione controllata dell'argomento, per possibili fini di ingegneria sociale, per il secolo corrente.

Eppure, a ben vedere, il curioso e lo studioso dell'argomento UFO, più che di succulenti foto e filmati, dispongono di un'enormità di resoconti testuali ufficiali e soprattutto di resoconti audio/video (spesso in forma di interviste) da parte dei diretti interessati all'avvistamento, al rapimento o all'esperienza altromondista.

Io sono certo che con la giusta chiave di lettura e analisi, è molto più utile basare le proprie teorie e opinioni su tali interviste che non sulle poche prove video-fotografiche laconiche e deficienti.

Del resto il fenomeno UFO è denunciato dagli umani e ha ricadute sull'umanità, ed è dunque un fenomeno dapprima sociologico, psicologico, mistico - se si vuole - e solo successivamente tecnologico o scientifico.

C'è molto più "segnale" da analizzare e intepretare in 1.000 interviste ai diretti interessati che in 10 fotografie malriuscite.

Il contesto delle diverse epoche, la scelta delle parole, la micro-gestualità degli intervistati, la coerenza o meno di un racconto nelle successive versioni negli anni, donano molta più plasticità all'indagine sulla verità che non una foto o un filmato.

CONTINUA
Alessandro Wm Mavilio
- UFO -
Simile Infanzia di Violenza per DMT e UFO
*** IN SCRITTURA ***
Alessandro Wm Mavilio
- UFO -
Anti-Realtà
*** IN SCRITTURA ***

& Anti-gravità e anti-materia.
Alessandro Wm Mavilio
- UFO -
Gerarchie di teorie
Ipotesi aerea e fisica

Gli Alieni in quanto "extra-terresti" provengono:
- dallo Spazio profondo extra-galattico
- dallo Spazio profondo intra-galattico
- dallo Spazio esterno al nostro sistema solare
- dal nostro stesso sistema solare
- da corpi celesti visibili a occhio nudo dalla Terra (Luna, Marte, e simili)


Ipotesi fisica omni-dominio

Gli Alieni in quanto "cripto-terrestri" provengono dal pianeta Terra stesso:

- colonie protette in aree remote di superfice
- basi sotterranee naturali
- basi sotterranee artificiali
- basi sotterranee operate in accordo con cartelli umani di elevata potenza militare e informativa
- basi sottomarine e sub-terrestri naturali
- basi sottomarine artificiali mobili
- basi sottomarine artificiali e sub-terrestri.


Ipotesi iper-fisica

Gli Alieni dispongono di energie e conoscenze tali da agire impunemente in "extra-territorialità ed extra-temporalità", provengono dunque da una dimensione metafisica ma accettabile secondo le teorie di Einstein. Il mistero della loro presenza si basa su Tele-Trasporto (TPT) e Viaggio nel Tempo (TTT).


Ipotesi metafisica, psicofisica e meta-testuale

Gli Alieni in quanto "extra-dimensionali" provengono da dimensioni reali ma a noi contigue e inaccessibili. La loro presenza e materializzazione nella nostra dimensione utilizza meccanismi allucinatori per esplicitarsi, e successivamente linguistici per innestarsi più o meno consensualmente nel plot culturale condiviso.
Alessandro Wm Mavilio
- UFO -
Acronimi fondamentali
In questo capitolo appunto temporaneamente gli acronimi-simbolo degli argomenti che reputo fondamentali per unificare - e rendere trasportabile - il discorso sui fenomeni che frequentemente sono trattati separatamente ma che a mio avviso, disperatamente, chiedono una sistemazione organica nella visione collettiva del mondo.

***

AAE: Alien Abduction Experience

ABE: Alien Biological Entity

ASI: Alien Sexual Intercourse

CRE: Current Reality Experience

CTB: Crypto-Terrestrial Being

CTC: Crypto-Terrestrial Civilization

CTH: Crypto-Terrestrial Hypothesis

CTR: Crypto-Terrestrial Race

DME: Deep Mystical Experience

DMT: Dimethyltryptamine

EBE: Extraterrestrial Biological Entity

EDE: Extra Dimensional Entity

ETH: Extraterrestrial Hypothesis

MTE: Missing Time Experience

NDE: Near Death Experience


NHB: Non Human Biology

NHI: Non Human Intelligence

NHM: Non Human Material

OBE: Out (of) Body Experience

OSG: Other Side Glimpse

PBM: Prebirth Memories

PDE: Psychedelic Experience

RIE: Reincarnation Experience

SPH: Symbolic Projection Hypothesis

TMO: Trans-Medium Object

TPT: Tele-Port Technology

TTT: Time Travel Technology

UAP: Unidentified Aerial Phenomena

UFO: Unidentified Flying Object

USO: Unidentified Submerged Object
Alessandro Wm Mavilio
Orientalista, scrittore e ricercatore indipendente, Alessandro Mavilio ha insegnato all'Università Industriale di Kyoto. Attualmente vive in Hokkaido.
mavilio.com